SAN PLACIDO

SAN PLACIDO

Placido nasce nel 515 da Tertullo, della nobile famiglia Anicia, e da Faustina, originaria di Messina. 
All’età di sette anni è affidato alla cura e alla formazione del patriarca san Benedetto che a Subiaco aveva fondato alcune comunità monastiche con una regola che poi prenderà il suo nome.
Il piccolo Placido, assieme al giovane Mauro, si distingue per obbedienza, bontà e carità, al punto che viene definito dagli storici, il prediletto del santo abate. 
Per ben due volte è citato nei Dialoghi scritti da san Gregorio Magno. La prima volta è quando dall’abate viene condotto nottetempo in un luogo roccioso e aspro. In questo posto i due pregano per una notte intera affinché Dio conceda loro l’acqua necessaria per i bisogni di alcuni monasteri che stavano soffrendo un lungo periodo di siccità. La misericordia divina non tarda ad arrivare e lì dove i due pregarono insistentemente, per prodigio, spuntò una sorgente d’acqua a beneficio dei monaci e di tutti coloro ne avevano bisogno.
L’altro evento narrato, forse il più conosciuto, vede il nostro Placido correre nel Lago Neroniano per riempire una brocca, su comando dell’abate Benedetto. Il fanciullo per la premura di adempiere alla richiesta, cade nelle gelide acque del lago. Il santo abate vede nel suo spirito ciò che stava accadendo a Placido e tempestivamente invia Mauro a salvarlo. Questi precipitatosi verso Placido che stava annegando, lo afferra e lo salva, camminando sulle acque. Più tardi i due giovani monaci saranno concordi nell’affermare che a compiere il prodigio era stato proprio san Benedetto, la cui cocolla era stata vista dai due negli attimi del salvataggio.
Una plurisecolare tradizione vuole che, cresciuto in età e saggezza, Placido sia stato mandato a Messina a fondare un monastero secondo la regola di san Benedetto. 
Qui, il 5 ottobre del 541 viene martirizzato nel corso di una incursione piratesca.
Corale della Basilica di Biancavilla - Statua di san PlacidoNell’agosto del 1588, a Messina, sotto la chiesa di san Giovanni dei Cavalieri di Malta, vengono ritrovati i resti mortali di alcuni monaci, dal cui esame risultarono evidenti segni di tortura e sevizie. Da quel momento tutto il mondo ha venerato questi corpi come le sacre reliquie di san Placido e dei suoi compagni.
Agli inizi del Seicento, la devozione verso san Placido monaco e martire si diffonde in tutto il mondo cattolico. Biancavilla, accoglie con entusiasmo e vera fede il culto verso questo santo e nel 1602 riceve dalla vicina Abbazia di Santa Maria di Licodia l’insigne reliquia del braccio destro di san Placido. La festa per il santo è attestata già agli inizi del XVII secolo.
Il 23 settembre del 1709 il vescovo di Catania, Andrea Riggio, proclama ufficialmente san Placido Patrono di Biancavilla per averla protetta e scampata dal disastroso terremoto del 1693.
Da quel momento i biancavillesi si sono stretti al santo monaco con un legame di fede e devozione e hanno tributato a lui la festa più imponente e grande dell’intero anno. 
Ancora oggi, tale festa ha inizio il 5 settembre con lo sparo dei colpi di cannone che annunciano il mese dei preparativi che porteranno ai riti del 5 e 6 ottobre. Nel corso dell’Ottocento a questa festa si volle aggiungere anche la processione dell’amata Madonna dell’Elemosina e in tempi più recenti anche quella di san Zenone, primo patrono della comunità biancavillese.
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